Il Pd teramano a Bersani: «Non vogliamo Marini presidente»

TERAMO – Il circolo di Teramo Centro del Partito Democratico, riunitosi oggi, esprime all’unanimità dei presenti una netta contrarietà alla scelta del Pd nazionale di indicare ed eleggere Franco Marini come nuovo Presidente della Repubblica. “Franco Marini – si legge in una nota diffusa dal circolo – è stato candidato alle ultime elezioni politiche in Abruzzo, al secondo posto nella lista del Senato, senza affrontare come gli altri candidati “le primarie dei parlamentari”, ma entrando dall’alto, con una scelta imposta dal PD nazionale. Pur essendo stato inserito in chiara posizione eleggibile, Franco Marini non è stato rieletto, ricevendo così una “bocciatura” dal popolo abruzzese”. L’ordine del giorno è stato formalizzato in un documento trasmesso alla direzione nazionale del partito. “La scelta di Marini – si legge ancora nel comunicato – è stata contestata da moltissimi iscritti del nostro Partito, militanti, amministratori, dirigenti, circoli e coordinamenti Provinciali che in queste ore stanno protestando in tutta Italia. Diversi deputati e senatori Pd hanno votato altri candidati come Stefano Rodotà e Sergio Chiamparino, altri ancora hanno lasciato scheda bianca. Centinaia di giovani democratici stanno manifestando nelle sedi del Partito e tantissimi cittadini, elettori e simpatizzanti hanno vivacemente espresso la loro protesta. Pertanto, il circolo di Teramo Centro “Orsini” del Partito Democratico invita la Dirigenza Nazionale del PD, a partire dal Segretario Bersani, fino ai Gruppi Parlamentari di Camera e Senato, a scegliere un altro candidato per la Presidenza della Repubblica, proponendo una personalità realmente gradita alla “base” del nostro Partito e alla maggioranza degli Italiani”. “Chiediamo che per il ruolo di Presidente della Repubblica venga indicato un nome di forte discontinuità con il passato, capace di rappresentare davvero il cambiamento, così come avvenuto con l’elezione di Laura Boldrini e Pietro Grasso alle Presidenze di Camera e Senato, escludendo alleanze ed accordi con il PDL di Berlusconi”.